"In lontananza potevi vedere l’altopiano di Pamplona che spicca nella pianura, e le mura della città, e la grande cattedrale marrone e il profilo frastagliato delle altre chiese. Dietro l’altopiano c’erano le montagne, e ovunque guardavi vedevi altre montagne”.
È così che Hernest Hemingway tratteggia il profilarsi all’orizzonte della città spagnola dove sta per esplodere la “fiesta”, descritta nell’omonimo romanzo che ha contribuito a rendere la capitale della Navarra celebre in tutto il mondo.
Il giornalista e avventuriero statunitense, premio Nobel per la letteratura, era infatti un aficionado di corride e amava frequentare Pamplona in occasione della festa di San Firmino (in spagnolo: Fiesta de San Fermín o SanFermines), che si celebra nel centro storico della città spagnola ogni anno, dal 6 al 14 luglio.
La manifestazione ha inaugurato proprio oggi, come consuetudine, alle ore 12 nella piazza del municipio, anche se il tradizionale lancio del chupinazo, il razzo priotecnico che segna l'inizio della festa, è stato posticipato di qualche minuto a causa di una rimostranza da parte di ignoti che hanno ricoperto la facciata dell'edificio municipale con un'enorme bandiera basca, presto rimossa per proseguire il rituale inaugurale.
La festa popolare è famosa ancor oggi per gli spettacolari encierros, le corse dei tori, accompagnati da corridori temerari, spesso feriti anche mortalmente. Le corse avranno inizio domani e si ripeteranno fino a conclusione delle celebrazioni. Nei prossimi otto giorni, ogni mattina, circondati da un bagno di folla, i tori attraverseranno di gran carriera il centro storico fino alla plaza de toros, dove troveranno puntualmente ad attenderli un triste e sempre più contestato destino.